venerdì 20 luglio 2012

A muerte.....Siempre!

Erano ormai due settimane che a Trieste si boccheggiava in maniera insopportabile. Roba da star male. La notte in completa balia del cuscino bagnato. Di giorno a morire sul lavoro bevendo litri e litri d'acqua. Scalare non ne parliamo... ogni volta che andavo in falesia era una lotta contro i due peggiori nemici del climber: il caldo e l'umido. Roba che perfino un guerriero come Stefano "Conan" Negovetti si rifiutava di scalare. Infatti piuttosto che soffrire e non concludere niente in falesia o in palestra la scelta migliore era fare un due tuffi a Sistiana, lo spot per il deep solo (arrampicare slegati sul mare) a Trieste. Ma dopo tutto questo tempo senza chiodare e scalare sento troppo gli arretrati, così almeno un paio di volte alla settimana devo soffrire con la corda. Visto l'umido Dark point era ko per la condensa, il Baratro neanche nominarlo, le restanti falesie troppo calde. Perfino l'idea di un due boulder a Cernotice (grottino con svariate bei passaggi,molti anche durelli forte) si dimostrò vana causa condensa. L'unico posto rimaneva Buzet. A un'oretta da casa la cittadina istriana offre varie falesie nei suoi dintorni: Izvor Mirne e Kompanj sono le principali. Se Kompanj è decisamente un posto autunnale/invernale, Izvor Mirne presenta per lo più pareti ombreggiate. Inoltre quasi sempre una brezza aiuta a sopportare il caldo. In ogni caso anche qui le condizioni erano estreme, visto che anche la brezza sembrava un asciugacapelli rovente e le temperature erano fisse sui 30 gradi. Nonostante ciò i mie due amici locals Cedo e Gogo sembravano fregarsene della calura. Infatti stampavano tiri a go go, con Cedo che riusciva perfino a fare il suo primo 8b, "Lap dance" in una giornata da far gridare al torrido perfino un tailandese. Io invece l'unica cosa buona che sono riuscito a fare è stata chiodare una nuova via nel settore "cascata". Vedremo cosa ne uscirà fuori... sembra molto dura. Cedo, che ha chiodato la maggior parte delle vie nel canyon è veramente instancabile. Ogni volta che torno a Buzet (e ci vado spesso) mi mostra nuovi pezzi di parete che ha pulito dall'edera. Questa volta nel settore cascata ha spogliato dai vegetali una porzione di roccia stupenda: strapiombante e percorsa da lunghe canne che sembrano tirate con il righello. Ragazzi per trovare robe del genere bisogna macinarne di chilometri....come minimo fino in Francia. Una di queste linee che segue la canna più evidente viene subito chiodata da Cedo. Mi prudono le mani al solo pensiero di scalarci....
Lo scorso sabato ho l'onore di fare da guida al giovine ADM che cade subito vittima della bellezza del posto esclamando più volte "che figata" anche quando cade da un tiro a vista. Ciò non gli succede su "Favorit", un 7c di 30 metri di pura resistenza su canne. Prima OS di questo peso per Alberto! Beati loro che non sentono il clima avverso. Io a malapena arranco in catena  con svariati rest e tirando i rinvii su un 8a super boulderoso, per poi scoprire che la via è decisamente più facile stando leggermente a destra (come tentavo io è minimo 8b... di 3 spit...su svasi.... con 30 gradi... povera pelle..).
E poi giunse la Bora.
Non mi ricordavo che si potesse stare così bene! Il lenzuolino che torna ad essere utile di notte, la felpa che non serve più per asciugare il sudore. Quasi senza darsi appuntamento ci si ritrova tutti a Dark point. E le realizzazioni non mancano. Il solito ADM preceduto da Guido (De Sabba) si portano a casa "Sex and candy", 8a+ da manuale delle ghisa con uscita che se cadi hai il tempo di levarti le scarpe da tanto si vola. Amilcar (si proprio lui, il piccolo uomo dal grande braccio) con la sua solita voglia di far fatica ovunque trova pane per i suoi denti su "Nina", l'8a più morfo di tutta la falesia (e non solo!). Incredibile come riesca a rendere difficile la placca iniziale e a trovarsi a suo agio sul boulder in strapiombo! Io, stanco dal giorno prima a Buzet in n-mila giri riesco a salire "Two shoes for dancing", un 8a alla fine dei conti facile ma non banale. La via in questione si può dividere in un 7c fino all'ultimo movimento che la trasforma appunto in un 8. Roba veramente da blocco alla Font, condito dallo spit ovviamente sotto i piedi che regala bei voli aieie. Per rendere tutto ancora più epico una buona presa da cui si fa un dinamico si muove di un buon centimetro. Se lo spit lontano non mi turba moltissimo l'idea di tirarmela nelle palle decisamente di più. Sinceramente mi sono stupito di averla chiusa. Ero stanco e ad ogni giro arrivavo a questo stramaledetto movimento finale sempre più cotto. Poi al 4/5 tentativo (non ricordo, troppa ghisa) tutto diventa semplice, ed anche l'ultimo move entra. Ho solo una cosa da dire, come insegna il buon Dani Andrada: A MUERTE....SIEMPRE!

P.S: va bene anche "Blocar oi morir" (e per blocar intende il bicipite, non il resting detto alla triestina!)
P.S2: il meteo sembra favorevole pure per questo fine settimana, con bora e 20°.... appuntamento a Dark point, sperando che il mio bicipite sinistro messo ko da 30 terrazze da rifare sul lavoro si riprenda almeno per domenica. C'è una certa Rulette di Sbisi che mi attende....

1 commento:

  1. Ti stupisci ancora che lo zio Tom riesca a rendersi dura qualsiasi placca dal 6b in poi? E' la sua religione che gli impone di iniziare ad usare i piedi correttamente solo dai 40° in su...

    RispondiElimina