domenica 24 febbraio 2013

ADM vs gli squali della FA


Siamo tutti d'accordo che questo tardo inverno sia particolarmente benevolo nei confronti di chi ama lanciarsi nella neve. Chi invece ha in testa una sola cosa (due nel caso degli uomini...), ovvero l'arrampicata, deve soffrire un pochino di più. Vista la continua presenza della neve anche a basse quote davo per impossibile riuscire a toccare la roccia nel fine settimana. Così il venerdì sento i soliti Sbisi e ADM per andare almeno alla ricerca di qualche nuovo spot su cui spendere in futuro le nostre energie. Miracolosamente gli aggiornamenti delle previsioni meteo danno 8 ore di bel tempo, dalla mattina alla sera, in zona Buzet. Con poche aspettative decidiamo di caricare in auto anche le cose per scalare, casomai la fortuna sia per una volta dalla nostra.
Sabato mattina il ritrovo a Bagnoli è speranzoso. Ai sopracitati si unisce l'ormai romano Andrea Padoan e si mormora che perfino Alan e Sara ci raggiungeranno sul posto. Arrivati a Buzet il tempo è uggioso e freddino, ma l'assenza di vento ci fa sperare che con un buon riscaldo qualcosa si possa fare. Lungo il sentiero (innevato, meno male che qualche anima pia ha messo le corde fisse sui pezzi più ostici ;-) ) raccogliamo qualche legno marcio per accendere un fuocherello che aiuti a rendere la temperatura più gradevole almeno alla base della falesia.


Fatti i primi riscaldi arrivano anche Nallan e Sara che teleguidati dalle nostre indicazioni dall'alto trovano la strada per l'anfiteatro.
La giornata inizia bene per il gruppo, con Sbisi finalmente resistente che chiude i conti con "Nevermind", 7c+. La sua è la seconda salita di questa bella linea da me chiodata e liberata. Io decido invece di dare un'occhiata ad un progetto chiodato da Cedo che ADM sta provando da un paio di giorni. Le voci erano vere, questo itinerario è veramente bello! La via, lunga 20-25 metri, consiste in un primo tratto interessante su tacche e canne di circa 7b+ che porta ad un riposo con incastro di ginocchio.  Qui bisogna recuperare per bene le energie perchè da qui inizia il tratto chiave della via. Lo strapiombo si fa molto accentuato. Con una serie di chiuse non banali si giunge al crux. Da una buona presa di destra ci si allunga ad una tacchetta alla propria estrema sinistra, si tira quindi una bella lolotte per riuscire ad avvicinare la mano destra su una piccola ma netta cannetta. Da qui bisogna caricare un bel lancione ad una vasca. Un vero tuffo con piedi che svolazzano. Qui la via molla ma non diventa banale, quindi nervi saldi fino alla catena!
ADM parte dopo di me e cade per l'ennesima volta al lancione che imposta in modo alquanto duro. Ora è il turno di Sbisi, anche lui curioso di provare questo gioiellino. Teleguidato dai consigli miei e di ADM cade sul tratto duro, dove perfeziona la sequenza che ho descritto poco fa.
Il mio Secondo giro è all'insegna delle mani congelate, infatti cado nell'insenibilità totale al primo passo impegnativo. Ripasso il tratto chiave e cedo il testimone ad Alberto (ADM) che per l'ennesima volta tenta la sua personale metod molto dura sul crux e cade inesorabilmente. Il povero ADM voleva fortemente regalarsi la prima salita di questa via. Infatti già lo scorso lunedì era sceso a Buzet per pulirla a dovere e tentare l'impresa. Impresa che ora gli squali Ste e Sbisi gli stanno cercando di negare. Per questo ad ogni volo la sua pacatezza proverbiale viene messa a dura prova.
Ora è il turno dello squalo Sbisi che scalando bene chiude in scioltezza la via, aggiudicandosi la prima libera di questo nuovo 8a.

A ruota parto io. Scalo peggio del giro precedente, ma stavolta arrivo liscio al crux. Qui rischio di cadere perchè mi si è congelata la mano destra e non riesco bene a sentire la cannetta sul lancio. Ciononostante il tuffo alla zanca mi riesce e con qualche timore moschetto pure io la catena. Per ultimo parte il povero ADM. Pure lui scala in modo poco sciolto la prima sezione, ma questa volta segue i nostri consigli sul crux e con un lancio veramente disperato, dove rimane appeso con una mano sola, agguanta la vasca e chiude la via (anche se con qualche brivido in catena....). Felici della giornata guadagnata ci fermiamo a festeggiare al Viky Burger sopra Ospo, dove in accordo decidiamo di chiamare la nuova via "Too Late" (troppo tardi), in riferimento al povero ADM e alla sua mancata First Ascent.
Se il sabato ci ha concesso di scalare la domenica decisamente no. I mie compagni sani decidono di andare in cerca di neve, mentre io in compagnia della mia cara Sha ritorniamo in Istria per cercare nuove falesie. Dopo una giornata a zonzo tra delusioni e pioggia il bottino è ricco!



Per i prossimi anni sappiamo dove andare a chiodare!

P.S: ci tengo ancora una volta a ringraziare il mitico Cedo, grande amico e grande persona, che si sbatte alla grande per scovare e chiodare nuove linee da condividere con gli amici. Senza ombra di dubbio un ottimo esempio di motivazione, etica e generosità. Un sentito grazie da tutti noi al nostro Andrada! Venga vecio!

lunedì 18 febbraio 2013

Bleach your works!


Sono felice ma irrequieto! Felice per il bel week-end appena trascorso con un super gruppo di amici, irrequieto perché oggi è lunedì e tocca lavorare fino a venerdì, lasciando in stand by i mille progetti che il nostro eldorado verticale, l'Istria, ha da offrire. E' proprio vero, la corsa all'oro (nel mio caso calcare) ti consuma fino a farti impazzire. Non abbiamo ancora scalato metà delle vie chiodate nel nuovo settore di Buzet (e non nel senso di liberate, nel senso che non ci abbiamo ancora messo su le mani!) che già salta fuori una nuova zona da urlo! E come se non bastasse l'occhio lungo la strada coglie ancora altre papabili falesie a 5 stelle! Aaaaaaaaaaaaaaaaargh troppe cose da fare per "perdere" le giornate a Trieste nel vano tentativo di fermare il declino edilizio.....
Ma andiamo con ordine (o meglio con meno disordine!). Il nuovo capitolo delle nostre avventure verticali nel canyon di Buzet inizia lunedì scorso. Sono in ferie e ovviamente l'Europa è flagellata da una perturbazione anti vacanza. Finite le bestemmie è ora di mettersi al lavoro. Ogni buon climber fanatico che si rispetti dedica le giornate in cui non si può scalare alla chiodatura/pulizia di nuove vie. Quindi si sale in auto in direzione Istria. Con ADM ci dirigiamo alla volta del nuovo settore. Io ho in mente di pulire la mia ultima creatura (quella nel video in cui chiodo visto qualche post fa) e di metterci su i fissi, mentre ADM ha il trapano carico per chiodare una linea che gli ho segnalato (quella che doveva chiudere il trittico dedicato ai Nirvana). Dopo una giornata di freddo, tanto freddo, ma anche tanta fatica le due vie sono pronte per essere scalate. Il week end si preannuncia infuocato! ADM essendo uno studente diligente che ha già concluso tutti gli esami della sessione mi precede andando in compagnia del Bacerino a liberare la sua via. Nasce così "Non Habemus Papam" un 7b chiamato così in onore del dimissionario Benedetto VI (forse anche lui non ne può più di dover lavorare invece di essere fuori a scalare!). Ma la giornata clou è il sabato. Quasi per caso si riunisce una clapa che da anni non si vedeva in falesia. Oltre a moi e a Sha a Buzet c'è Ciano, Sbisi, Cab, Rocco, Stefanin, ADM, Cedo e Luca. Tutti arrembanti sui nuovi tiri freschi freschi di chiodatura. Essendo la falesia nuova il motivo trainante della giornata sono i disgaggi, spesso seguiti da voli non da poco (pare impossibile ma sono sicuro che Stefanin ha qualche capello bianco in più dopo il suo volo di 10 metri causa caduta con corda in mano....). Oltre a ciò trova spazio la soddisfazione di arrampicare vie così belle e nuove.
Per quanto mi riguarda voglio provare per bene la mia nuova creatura, ma prima sono curioso di ripetere la via di ADM. Devo dire che è stata una dura lotta farla a vista. Infatti per chi non lo sapesse ADM ha una brutta malattia per cui non gli sudano le mani e quindi non usa il magnesio. Risultato sulla sua via non ve ne era traccia alcuna. In più il ragazzo è un selvaggio e molte prese non erano state spazzolate a dovere. Risultato una bella ghisa a freddo....ma ciò non mi scoraggia e parto motivato sul mio project. Questa via di 25 metri circa consiste in una partenza su canne non troppo impegnativa che porta ad uno strapiombo a tacche e svasi in stile boulder made in Ticino (CH). Qui bisogna combattere per parecchi metri prima di arrivare ad una buona zanca a 3/4 della via dove si può tirare il fiato in vista della più abbordabile uscita. La parte dura della via è superba. Su calcare non ho mai visto vie con forme di questo genere che ti portano a scalare come se fossi su di un sasso strapiombante. Tallonaggi, lanci e svasetti allucinanti la fanno da padrona (il tutto ovviamente condito da una sana dose di tacche). Sabato riesco a fare tutti i movimenti concatenandoli bene. Rompo pure parte di una pinza svasa che rende il gioco ancora più divertente. La giornata si conclude alla paninoteca di Buzet che con i suoi panini XXL ci mette in seria difficoltà. Mentre tutti programmano una domenica sulla neve io e Cedo ci accordiamo per un bis (in falesia, non di cibo!). Così l'indomani alle 10:30 sono puntuale al ritrovo, ma prima di salire all'anfiteatro dove ci aspettano i nostri project Cedo mi porta a vedere la sua ultima scoperta. Si tratta di una parete a semicerchio alta 30 metri la cui parte destra strapiomba da paura! Siamo sui 50-60° per i primi 20 metri, poi lo strapiombo diventa meno intenso. Vista la rarità di prese buone su questo pannellone qui i giochi saranno molto violenti! Purtroppo c'è molta edera sulla parete e ci aspetta un durissimo lavoro di giardinaggio prima di poter piantare qualche spit. Adesso però è giunto il momento di tornare ai nostri obiettivi odierni. Dopo un veloce riscaldo entrambi partiamo sui nostri project. Cedo deve liberare una bella linea di pura resistenza che ha chiodato qualche mese. Ieri è caduto più volte in cima, così oggi decide di fare un primo tentativo ricognitivo per non arrivare impreparato alla fine dei 30 metri di strapiombo. Io faccio lo stesso perchè devo ancora ottimizzare un moschettonaggio. Entrambi troviamo delle buone soluzioni ma purtroppo io rompo una tacca sulla parte alta della via che la rende ancora più dura e continua.
Il mio secondo giro è buono ma cado alto, quasi alla fine del duro. Cedo idem sulla sua via, resa ostica anche dal sole che spesso si nasconde dietro all'unica nuvola in cielo.
Per quanto mi riguarda sento ormai la stanchezza che mi assale. Le dita sono ridotte male in quanto a pelle ed inoltre il sole ormai basso continua a fare il timido dietro le nuvole. Sommando ciò al continuo sbuffare del vento che rende l'atmosfera alquanto frizzante non scommetterei molto sul mio prossimo giro. Ma ho voglia di scalare e concedermi la prima libera della via. Così arrampico deciso e preciso sulla sezione dura e con qualche brivido dettato anche dalla poca sensibilità causa dita gelate arrivo a moschettonare la catena. Questa è la first ascent di "Bleach", per ora il tiro più duro di questo nuovo settore. Essendo l'unico ad averla provata non ho riscontri riguardo alla difficoltà. Credo che il grado stia tra l'8a+ e l'8b. Ai ripetitori l'ardua sentenza.
Purtroppo per Cedo le condizioni meteo non migliorano ed è quindi costretto a scalare con un clima poco mite. Ed è per questo che cade al penultimo rinvio in ibernazione, ad un passo dal chiudere il nostro tandem di prime salite. Peccato perchè sarebbe stato un bel regalo di compleanno anche se in ritardo (Cedo compiva gli anni venerdì, auguroni vecio!). Così tocca a me pagare la birra al bar. Ci si saluta rinnovando l'appuntamento per il prossimo fine settimana. Appuntamento che il meteo sembra purtroppo non volerci concedere....

P.S: scusate per l'assenza di foto e video, spero di rimediare con il prossimo post

martedì 12 febbraio 2013

Freddo-hladno-cold-frìo-froid

Eh già il motivo trainante ultimamente è proprio questo (quello scritto in varie lingue come titolo). Purtroppo sembra proprio che questa stagione non voglia lasciarci scalare in pace. Tocca quindi rinchiudersi in palestra per mantenere lo stimolo ed essere di bocca larga quando si esce fuori. Infatti se ormai da mo ci si è abituati a non badare alle prese bagnate ora bisogna anche trascurare le dita congelate. Insomma la sensibilità e la scioltezza sono in stile pinocchio in wood version.
Viste le numerose giornate a casa maledicendo chi può beatamente scalare in Catalunia (quest'anno il periodo natalizio/inizio anno nuovo sembra essere stato ottimo) ho deciso di rivolgere i mie spergiuri anche contro un nuovo e più completo programma di montaggio video. Ecco a voi il primo lavoretto che ritrae una delle rare sedute outdoor in Napoleonica.
                                             Guardatelo su Vimeo cliccando QUI.

Ormai sono ad un passo dal chiudere i conti con la via più dura (e stronza) della Napo. Ovviamente tempo permettendo. Purtroppo su questa via, dove si è sempre su prese piccole, le dita si ghiacciano subito, complice anche l'ombra in partenza, e si arriva sulla presa chiave insensibili.
Speriamo in news più rosee per il prossimo post.