giovedì 4 aprile 2013

Il Ticino è Vicino!

Foto ricordo sotto a "Komilator"

Era da tanto che pianificavo una gita sui massi svizzeri. Vuoi per il brutto tempo, la difficoltà di avere il venerdì libero, la precedenza ad altri progetti o il trovare compagni di viaggio disponibili la gita veniva sempre rimandata. Finalmente per caso arriva il momento giusto. Nel week-end pasquale ovunque è previsto un tempo cane. Fa eccezione il Ticino, che stando a meteosvizzera godrà di una finestra di bel tempo. Così mercoledì sera in fretta e furia si organizza la squadra. Siamo io, Sharon, ADM ed il Cassio con il suo westfalia. Partenza Venerdì mattina. Sembra fatta ma giovedì sera il Cassio scopre che il suo furgone fermo da un po' presenta un brutto rumorino ad una ruota. Non vuole rischiare la trasferta. Si cambia allora mezzo in favore del mio "furbone giallo", purtroppo a tre posti che non permettono a Giulio di unirsi alla clapa.
Venerdì mattina diluvia e carichiamo crash-pad e bagagli in fretta. Attraversata la solita noiosissima ed orribile pianura Padana e alle 17 siamo al parcheggio di Chironico. Non si può aspettare l'indomani per saggiare i blocchi di gneiss quindi ci prepariamo veloci per sfruttare le ultime luci. Il tempo non è dei migliori e presto una debole ma persistente pioggerella ci tiene compagnia. Per fortuna con il buio oltre alla luce se ne va anche l'acqua e riusciamo grazie alle frontali a provare una bellissima prua di 7a. Anche se umida riesco ad agguantare il top. Felici di questo primo assaggio di boulder andiamo a dormire nel furgone, stivati come i poveri migranti nei barconi, pensando già a che blocco provare l'indomani. La sveglia purtroppo è deludente. Il tempo è orribile e non riusciamo a concludere la colazione che già inizia a diluviare. Le nubi basse e scure non lasciano nemmeno la speranza che tra qualche ora possa cessare. Passiamo quindi la giornata a leggere giornali e guardare la partita Juve-Inter in una betola a Biasca. Per fortuna la sera su in cielo chiudono i rubinetti e riusciamo a trovare uno strapiombo con qualcosa di non troppo bagnato. Il bosco è avvolto da una nebbia suggestiva ma poco utile per scalare.

Tolkien Style!

Io ed ADM saliamo con l'ausilio di lumogas (che fa poca luce ma molto "ambient") e frontali un blocco che sulla guida è dato 7b+. Dopo le solite 2 ore per cucinare la cena andiamo ad ammassarci nel retro del furgone, sperando che il vento che ha iniziato a soffiare proprio quando abbiamo acceso i fornelli non sia giunto solo per rendere più difficoltosa la cottura del pasto ma anche per asciugare i sassi e portare il sole.
Le nostre speranze trovano conferma al risveglio. Sole e vento sembrano volerci regalare una bella giornata di scalata. Così la passiamo saltando da un sasso all'altro.

Sha VS gli odiosi tetti

Dopo un riscaldo insidioso su un bellissimo 6c chiudiamo un 7a (per me flash per ADM in qualche giro) balistico (il clou è un lancio ad una vasca). Ci spostiamo e andiamo a provare il classico "Doctor Crimp", ex 7c ora dato 7b. Il blocco è molto carino e come suggerisce il nome non sale su svasi e pinze.... Entrambi manchiamo il flash a causa di un piede che scivola, ma siamo più precisi al secondo giro. Alziamo l'asticella e iniziamo a provare qualche 8 che però ci respinge, come un altro classico di Chironico, "Freak Brothers", bellissima linea su fessure parallele al terreno.

"Freak Brothers" maaaaaaaaaaan!


Purtroppo i nostri sforzi non sono ripagati e portiamo a casa solo qualche buco sulle dita. Stanchi morti ma felici ritorniamo al campo base. Cena nel furgone al riparo dal freddo e poi dritti a nanna.
Lunedì mattina il risveglio è alquanto arduo. Infatti le temperature sono scese sotto lo zero e anche nel furgone si gela. Fuori i piatti a mollo della cena sono tutti ghiacciati, ma ciononostante qualcuno ha dormito all'aria aperta sui Pad! Abbiamo tempo fino all'ora di pranzo per scalare, poi ci si deve mettere in viaggio per il rientro a casa. Decidiamo di visitare i blocchi nelle vicinanze del paese di Chironico. Le temperature sono bassine ma buone per fare boulder. Il grosso problema sono le mani devastate e il fisico ormai provato. L'obiettivo che ho per queste poche ore è provare un altro classico, "Komilator", un 8a aperto nel lontano 1998 dal grandissimo Fred Nicole. Purtroppo mi è giunta voce che qualche coglione pur di riuscire a salire questo blocco ha migliorato con lo scalpello una o due prese. La deficienza di certa gente è veramente inaudita. Se scavare su una via di 40 metri una presa è una cosa già di per se stupida, che non condivido assolutamente ma posso capire (se non si passa in nessun altro modo), farlo su un masso di 2 metri (per lo più già salito e ripetuto decine di volte) solo per poter dire di aver salito quel passaggio non lo concepisco per niente! Oltre a rovinare un boulder stupendo insulti te stesso dovendo ricorrere a questi inganni pur di poter scrivere su 8a.nu che sei un climber da 8a bloc! Chi compie gesti del genere è la feccia dell'arrampicata e si merita soltanto una tendinite perenne su tutte le dita, delle mani e dei piedi!
Tornando a noi dopo qualche giro trovo una metod che semplifica moltissimo la vita per uno lungo come me. Facendo un lancio con il piede sinistro tallono una delle ultime prese del blocco riuscendo così ad impostarmi bene ed a chiudere in pochi giri il passaggio. Felice di aver salito una linea comunque bellissima, triste per non poter più mettermi alla prova con ciò che ha creato madre natura su questo muro strapiombante.
Concludo con una riflessione sul mondo del boulder e sui gradi. In questi giorni ho salito 6b-6c che mi hanno impegnato molto di più dei settimi (tra i quali ora sta anche il povero "Komilator", che con la mia metod probabilmente anche in versione naturale sarebbe stato più facile di 8a). Credo che sia impossibile gradare giustamente itinerari corti come un boulder. Se già con la corda le vie possono essere decisamente più facili per chi ha la morfologia adatta nel boulder la cosa è amplificata all'n-esima potenza. In questa vacanza mi veniva più facile dividere i blocchi in due categorie che seguire la solita scala dei gradi: blocchi congeniali e non. Poi ovviamente c'erano vari livelli di difficoltà, ma principalmente per me queste due categorie raggruppavano abbastanza bene cosa mi poteva far dannare da cosa mi lasciava passare, indipendentemente dal numeretto sulla guida.
Come sempre di ritorno da una gita sui massi non vedo l'ora di ritornare per provare a chiudere i cantieri lasciati aperti e aprirne di nuovi. Purtroppo ogni volta passano mesi se non anni prima di rimettere le mani sui blocchi....
Un ultimo pensiero alla mia gamba maciullata. Se quest'estate sui blocchi di Alefroide mi faceva arrabbiare tantissimo perchè non spingeva o era dolorante sui tallonaggi e i passaggi compressi adesso mi sembra di stare su di un altro pianeta! Sono sempre sul chi va là quando si tratta di cadere ma per il resto mi sento quasi guarito. Quasi perchè tra freddo, umido e camminare-saltare tutto il giorno per un intero fine settimana ora pago un pochino le conseguenze!

P.S: tutte le foto sono di ADM

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